Dea minore degli Inferi e regina dell'oltretomba, Persefone


Scritto da gea-staff
pubblicato il 30/06/2017 aggiornato il 31/07/2017
Categoria: miti e leggende
Letture: 683 ( Aggiornato il: 27/07/2024 09:05 )
miti e leggende
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All’inizio dei tempi in Grecia, quando le divinità potevano mescolarsi con i mortali (genere umano), viveva una fanciulla di rara bellezza. Il suo nome era Persefone chiamata anche Kore (dal greco Κόρη, giovinetta) o Core, una figura della mitologia greca figlia di Demetra - a sua volta, figlia di Cronos e di Rhea - e Zeus (Giove). 

La madre Demetra era talmente orgogliosa e fiera di sua figlia che la proteggeva e custodiva come fosse un prezioso tesoro rifiutando di concederla in sposa persino a divinità come Apollo ed Ares che ne chiesero la mano.

Persefone divenne moglie di Hades (Plutone) e, di conseguenza, dea minore degli Inferi e regina dell'oltretomba.

La leggenda narra che un giorno di primavera, mentre Persefone era intenta a raccogliere fiori con altre fanciulle, si allontanò dal resto del gruppo in una vallata e - ad un certo punto - davanti a lei si aprì una voragine dalla quale emerse Hades, Dio degli Inferi e dell'oltretomba, fratello maggiore di Zeus, sopra un carro trainato da 4 cavalli neri. Innamorato di lei, Hades la rapì e la trascinò sul carro nel Regno tenebroso dove la sposò.

Demetra, Dea fondatrice e protettrice dell'agricoltura e delle istituzioni familiari (chiamata anche "Dea Madre" o "Dea dispensatrice"), non vedendo più sua figlia iniziò a cercarla disperatamente, invano.
Al calar della notte, non riuscendo a trovare alcuna traccia, si rivolse direttamente ad Ecate, Dea in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli Dei ed il regno dei Morti, che le consigliò di rivolgersi direttamente al Sole al cui sguardo nulla sfuggiva.
Dopo una lungo cammino durato 9 giorni e 9 notti si ritrovò al cospetto del Dio Sole il quale le raccontò che era stato lo stesso Zeus a "consegnare" la figlia al fratello Hades, dandogli il permesso di "rapirla" e sposarla per vivere le tenebre in dolce compagnia.

L'ira di Demetra non si fece attendere. Afflitta e tradita dalla sua stessa famiglia di olimpici, decise di abbandonare l'Olimpo per vendicarsi. Celando la sua identità travestendosi da anziana decrepita, iniziò a vagabondare sulla Terra cercando di "consumare" - invano - il suo dolore.
In tutto questo periodo Demetra abbandonò l'esercizio di tutti i suoi poteri lasciando sprofondare il mondo in una grave crisi fatta di carestia e siccità che, ben presto, avrebbe estinto l'intera razza umana. Una vendetta lenta ma che colpì tutti, dagli esseri umani che non videro più crescere frutti dalla proprie terre agli stessi Dei che non ricevettero più, come conseguenza, sacrifici votivi da parte degli stessi mortali.

Vista la tragicità della situazione Zeus fu costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli stessi Dei, inviando Hermes (Mercurio), il messaggero degli dei, nell'oltretomba da Hades per chiedergli di restituire Persefone nelle braccia della madre.

Si narra che il Dio degli Inferi non si oppose alla richiesta di Zeus. Ma, prima di concedere alla sua giovane sposa di salire sul carro di Hermes che l'avrebbe riportata dalla madre, le fece mangiare 6 chicchi di melagrana (simbolo del matrimonio e fertilità). In realtà quell'innocuo gesto segnò il destino della giovane legandola eternamente ad Hades. Infatti un'antica legge del Destino stabiliva che chi si cibava dei frutti dell’oltretomba era condannato a rimanerci per sempre. E così fu.

Fu lo stesso Zeus a trovare un compromesso fra Hades e Demetra consentendo, da un lato, di onorare i patti e il matrimonio con Hades e, dall'altro, l'affetto e l'amore materno.
Venne sancito un accordo mediante il quale Persefone poteva vivere sei mesi (uno per chicco mangiato) con il proprio sposo negli Inferi e, gli altri sei mesi, sulla terra con la madre Demetra.

Al sigillo del patto Demetra decise di suddividere l'anno tra luce e ombra, fertilità e siccità, abbondanze e carestie. Da qui nacquero le stagioni e la loro alternanza.
Simbolicamente, Persefone viene associata alla figura del seme (chicco del grano): così come il seme viene seppellito sotto terra e vi rimane fino a primavera, la natura si addormenta e cala il freddo, allo steso modo la giovane dea, all'inizio dell'autunno, scende negli Inferi per trascorrere i 6 mesi con il suo sposo Hades (Autunno-Inverno). Mentre, con l'arrivo della primavera, così come il chicco germoglia alla luce del sole e la natura ritorna a fiorire, allo stesso modo Persefone ritorna nel Regno della Luce per riabbracciare la madre (Primavera-Estate).


Nella mitologia romana la giovane dea Persefone era conosciuta come Proserpina.


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