800 Festival: un murale con un effetto tridimensionale


Scritto da gea-staff
pubblicato il 16/01/2018 aggiornato il 18/01/2018
Autore: Mauro Trotta
Categoria: murales
Letture: 745 ( Aggiornato il: 27/07/2024 08:05 )
murales
Credits:

La straordinaria opera murale, con effetto 3D, è stata dipinta dall'artista cilentano Mauro Trotta a Saludecio, in provincia di Rimini (Emilia Romagna), in occasione dell'800 Festival nel 2009.

L'intervento artistico è stato ideato e curato da Marisa Russo (Pres. Cooperativa Genius Loci - Associazione Ar.Per.C, Arte per Comunicare), e rappresenta un omaggio all'invenzione della stereoscopia.

L'intervento artistico è stato realizzato in occasione de I Murales del Borgo – Le Invenzioni dell’800, un evento ideato e curato da Marisa Russo, nel 2009, durante l' 800 Festival: una manifestazione estiva organizzata e promossa dall'Amministrazione Comunale, ideata e coordinata dall'Architetto Giuliano Chelotti (Resp. Ufficio Cultura e Turismo) che - dal 1991 al 2013 - ha esaltato le arti e la cultura del XIX secolo e nel contempo la storia del luogo con ricostruzioni storiche, mostre e spettacoli a tema.

L'opera murale rappresenta un tributo alla scoperta della stereoscopia. Nonostante i primi disegni stereografici risalgono ai primi del 600, solo nell' 800 la stereoscopia divenne una realtà alla portata di tutti.

La prima invenzione risale al 1832 a cura del britannico Charles Wheatstone, anche se venne brevettata qualche anno più tardi, nel 1838. Il primo stereoscopio, chiamato dallo stesso inventore Stereoscope, venne presentato da Wheatstone alla Royal Society di Londra nel 1838, ma non ebbe molto successo. Era uno strumento ottico complesso ed ingombrante basato su sistema di specchi e prismi che rifletteva una coppia di immagini affiancate, leggermente differenti, che "generavano" l'effetto tridimensionale della figura illustrata.

Stereoscopio
Stereoscopio di Charles Wheatstone

Solo nel 1849 l'inventore David Brewster realizzò un "binocolo" di dimensioni ridotte, e quindi facile da trasportare, che sfruttava alcune lenti dalle quali era possibile osservare, anche in questo caso, due immagini affiancate (il binocolo è stato raffigurato nell'opera murale, ndr).

<< A fine 800 - precisa Giuliano Chelotti  - fu poi sviluppato una ulteriore tecnica che permetteva di offrire lo stesso effetto con l'impiego di due filtri, uno rosso e l'altro blu: l'anaglifo. >> 

Infatti nel 1853 il tedesco Wilhelm Rollmann realizzò il primo sistema per la visualizzazione di immagini anaglifiche con lenti rosso-blu. Successivamente, nel 1858, fu l'inventore Joseph D'Almeida a realizzare uno strumento utilizzando un filtraggio con lenti rosso-verde e con delle immagini dipinte su vetro (lanterna magica). Mentre nel 1893 venne proiettato per la prima volta al grande pubblico un filmato anaglifico realizzato nel 1889 da William Friese-Greene.

E' lo stesso Giuliano che ci svela la lettura simbolica: << Sono le condizioni dello sguardo che possono far captare diversamente il reale. >>

Anche quest'ultima invenzione dell'anaglifo è stata "immortalata" nel dipinto murale di Mauro Trotta. 
E se non avete mai visto un'opera murale con effetto tridimensionale, osservate questo dipinto con gli occhialini 3D

Avete notato il... vaso?



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Riferimenti /Ringraziamenti


Marisa Russo (Pres. Cooperativa Genius Loci - Associazione Ar.Per.C, Arte per Comunicare)


Ringraziamo per il contributo anche:

Giuliano Chelotti

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