Fonni: la leggenda de Su cohone de vrores e predi Murru


Scritto da gea-staff
pubblicato il 23/01/2018 aggiornato il 24/01/2018
Categoria: miti e leggende
Letture: 453 ( Aggiornato il: 11/11/2024 22:05 )
miti e leggende
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Una delle storiche e caratteristiche tradizioni fonnesi, legata al pane Su cohone de vrores, simbolo del paese, ha radice in una antica leggenda che narra le gesta "magiche" di un prete, chiamato predi Murru, nel cuore della Barbagia.


Si narra che a metà dell'800, per la precisione nel 1865, Fonni venne colpita da un evento catastrofico: un'invasione di cavallette mise in ginocchio, nell'arco di pochi giorni, l'intera economia del paese. Tutti i raccolti di grano ed orzo vennero devastati e la situazione non migliorò nonostante le varie preghiere, le benedizioni dei sacerdoti e le ripetute richieste di intercessione al santo patrono, San Giovanni Battista, da parte di tutta la popolazione.
Fame e moria iniziarono a prendere il sopravvento ovunque.

All'epoca, in Barbagia, viveva un prete, chiamato predi Murru, attorno al quale si vociferava fosse un esperto di riti magici-religiosi. Gli stessi fonnesi, dopo aver assistito ad un miracoloso intervento del prete contro uno stormo di uccelli che stava danneggiando i raccolti nelle campagne del nuorese (tutti gli uccelli morirono dopo la benedizione di predi Murru, ndr), ne invocarono l'intervento anche nelle proprie campagne. 
E così avvenne.

Predi Murru raggiunse una delle zone nel fonnese colpite dalle cavallette e benedisse l'intero  raccolto. Gli effetti non si fecero attendere, e si estesero su tutto il territorio. In poco tempo morirono tutte le cavallette ma, allo stesso tempo, morirono anche tutti gli uccelli presenti nelle campagne. Si salvarono, stranamente, solo i cuculi (sos cucos) e le uova covate nei vari nidi. 

Si narra che alcuni cuculi costruirono un grande nido ed iniziarono a trasportare, e mettere in salvo, tutte le uova dei vari uccelli sparsi nel territorio. Anche i contadini fonnesi contribuirono all'iniziativa, aiutando i cuculi a raccogliere e trasportare tutte le uova per consentire il prosieguo della cova.

Con l'arrivo della primavera tutte le uova si schiusero e la vita riprese il suo - normale - corso.

Nell'anno successivo, 1866, i fonnesi realizzarono il primo Su co'one 'e vrores in ricordo di quel grande nido costruito dai cuculi che ha segnato l'inizio di un nuovo periodo di prosperità, sia per i campi che per le varie specie di volatili.


Su cohone de vrores, ancora oggi, viene prodotto e confezionato in occasione della festa patronale locale di San Giovanni Battista (24 giugno). 
La sua forma caratteristica è frutto di una complessa lavorazione, che dura dai 5 ai 6 mesi: una specie di focaccia a forma di torta con 160 puggiones (uccelli) infilzati con dei lunghi bastoncini di canna intorno - in senso circolare - ad un nido centrale costituito da 3 puggioneddos (uccellini). In prossimità del nido vengono posizionate 4 puddas (galline), una delle quali porta sul dorso un puggioneddu.
In aggiunta a questo capolavoro vengono prodotti altri 150 (circa) puggioneddos che, dopo la benedizione in chiesa, vengono distribuiti ai membri del comitato San Giovanni, amici e parenti che hanno partecipato all'organizzazione dei festeggiamenti civili.


Per tantissimi anni l'unica custode e depositaria di questa storica ricetta è stata la Sig.ra Anna Coinu.



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Riferimenti /Ringraziamenti

S’istangiartu, tradizioni equestri di Fonni (Michele Carta e Salvatore Ligios)


Scopri uno dei primi e storici murales dipinti a Fonni in onore di Su cohone de vrores.


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