Qwerty lascia il segno anche nella Galleria Nomentana - Roma


Scritto da gea-staff
pubblicato il 20/03/2017 aggiornato il 31/07/2017
Autore: QWERTY
Categoria: street-art
Letture: 1542 ( Aggiornato il: 09/12/2024 10:05 )
street-art
Credits:

Se passate dalla "nuova" stazione Nomentana, rinominata Galleria Nomentana, sicuramente non vi sfuggirà di ammirare anche QWERTY!
In realtà era già presente dopo il primo intervento artistico del progetto Arte e città a colori di Franco Galvano nella primavera scorsa. Però, dopo gli atti vandalici che ne hanno "sfregiato" alcune opere, è stata necessaria un'operazione di ripristino e, visto che c'erano, ne sono state create altre due nuove.

Ma andiamo con ordine. Chi e cosa è Qwerty?
Innanzitutto è un progetto artistico portato avanti da un duo (Napoli/Budapest) che sta invadendo le pareti di varie città in ogni angolo del mondo tra cui: Madagascar, Germania, Sud Africa, Australia, Vietnam ..
Chi sono questi due ragazzi e che volti hanno, in realtà, in pochissimi lo sanno. E come tutti gli artisti "senza volto", il mistero sulla loro identità rende la loro storia e arte più intrigante.
Ma Qwerty rappresenta anche quel tipo di arte libera decontestualizzata dagli usuali luoghi deputati alla sua promozione e diffusione. Infatti il loro percorso artistico è inverso e va controcorrente, svincolandosi (e liberandosi) da tutti quei meccanismi - conosciuti e non - insiti nella filiera che ruota attorno all'Arte.
Secondo i classici schemi gli artisti partono dalla "strada" con l'obiettivo, un giorno, di varcare la soglia di qualche mostra o galleria internazionale. In questo caso, invece, dopo varie collaborazioni con enti istituzionali, mostre e gallerie il duo ha preso la decisione di dedicarsi solo ed esclusivamente alla strada. Luogo che più si addice a quel tipo di arte da clandestino e in solitaria; il classico intervento da toccata-e-fuga, spesso al buio e lontano da occhi indiscreti.
Il loro unico giudice è il pubblico, il quale ha la possibilità di ammirare l'estro artistico in luoghi pubblici e accessibili a tutti. Senza fronzoli ed intermediari. Un rapporto diretto: QWERTY-pubblico.
I luoghi prediletti da QWERTY spaziano da contesti urbani a contesti di periferia, dai luoghi pubblici come stazioni ferroviarie a strutture diroccate e disperse. Ma ritroverete il QWERTY anche su torrette elettriche, frigoriferi abbandonati, porte divelte, in un gradino, un'installazione sopra un'insegna o sul cornicione di un edificio e così via. La loro "tela" può essere piccola o gigantesca, in fondo ogni superficie è idonea ad accogliere l'omino nero dalla testa gigante e il corpo fine o il suo fedele cane-scheletro.

QWERTY non ha limiti o vincoli! La loro arte è semplice, ridotta all'essenziale e, soprattutto, diretta.

Quando l'ho visto per la prima volta, e di sfuggita, mi è rimasta impressa quella sagoma nera con quella testa gigante e un puntino rosso che, riguardandolo da vicino, era una rosa. Non so perchè ma, nella mia fantasia, l'ho subito associato ad un Moai sdradicatosi dall'Isola di Pasqua, stanco di rimanere imprigionato ed immobile nel terreno e che ha deciso di mostrarsi in tutta la sua fisionomia iniziando a girovagare per il mondo con l'intento di lanciare e condividere un messaggio.
Potete ritrovarvi l'omino mentre dona una rosa o un cuore, davanti ad un altro omino o davanti ad un carrarmato, con la pancetta o con le scarpe (rosse) da donna e così via... Lo scuro in contrapposizione con il rosso vivo e acceso del fiore o di un cuore; un uomo "intrappolato" negli aspetti oscuri della nostra esistenza (morte, guerre, inquinamento..) che mostra, attraverso un gesto semplice e genuino (spesso, un braccio teso), voglia di stupire, di cambiare se stesso e il mondo circostante. Una filosofia ed un modo di esprimersi rinchiusi nello slogan-qwerty: il mondo cambia quando cambiano i codici. Qwerty, infatti, nasce proprio da un codice: una semplicissima combinazione di tasti della tastiera del pc, una sequenza brevettata nel 1864, che è anche risultata la password più utilizzata nel mondo. In altre parole è un codice riconoscibile, noto e diffusissimo. Così come l'omino nero.
Anche questo è il QWERTY: un simbolo, un messaggio.

Ciao ragazzi, una prima curiosità: come vi siete incontrati artisticamente?

Qwerty: << Ci siamo incontrati al Rialtosantambrogio il 26 aprile del 2014 e da quella data non ci siamo più separati. >>

Qual è stata l'esigenza primaria che vi ha fatto partorire il progetto Qwerty?
Qwerty: << E’ stata la volontà di r-esistere alle dinamiche che regolano il mondo dell’arte e di ri-nascere attraverso una "maglia rotta nella rete".  >>

Come accennato prima, a differenza della maggior parte degli artisti, avete intrapreso un percorso artistico "inverso". Come mai?
Qwerty: << Sai Diego, nella vita ti devi protendere verso lo stile che ti più ti aggrada e per farlo devi avere tre doti fondamentali: volontà, coraggio e fortuna. Le prime due devono essere costanti, la terza è una variabile. E quanto più le prime due sono costanti, più la terza variabile risponde. L’inversione del percorso è stata una liberazione da "ciò che non siamo e ciò che non vogliamo". >>

Nelle vostre opere compare spesso un cane-sceletro. Da cosa nasce?
Qwerty: << Molto spesso la creazione nasce da una intuizione. In questo caso uno dei nostri simboli, il cane scheletro, nasce da una interpolazione di creazioni che spesso è messo in relazione con il Qwerty con il cuore in mano, uno rappresenta la morte l’altro la vita. Eros e thanatos. >>
 
Come siete stati coinvolti nel progetto di Arte e città a colori?
Qwerty: << Per caso. >>

Avevate effettuato un primo intervento nella primavera scorsa. Poi vi hanno danneggiato alcune opere e siete ritornati. Dispiaciuti per l'atto vandalico?
Qwerty: << No. Rispettiamo sempre il lavoro degli altri, infatti alla Stazione Nomentana abbiamo salvato due graffiti interagendo con loro. Molto spesso gli altri non lo fanno, l’unica spiegazione che possiamo darci è nella mancanza di etica. Sooo ragazzi. >>

Avete realizzato nuove opere con quest'ultimo intervento?
Qwerty: << L’atto vandalico ci ha permesso di ritoccare quasi tutti i lavori e di realizzarne due nuove. Vedi…"quello che non ti ammazza ti fortifica". >>

Cosa pensate dell'iniziativa di Franco Galvano?

Qwerty: << Franco è un instancabile lottatore. Se provi a fare una ricerca su google con le parole chiavi "stazione Nomentana" puoi notare le immagini della stazione prima dell’arrivo del progetto di Franco. Ora la Stazione è viva. Percorrendola è come se ruggisse. >>
 
Prossimi progetti? Avete già individuato nuove pareti per il vostro ominide?
Qwerty: << Si lavora settimanalmente in strutture di Roma abbandonate come la Fleming e l’ex orfanotrofio della Marcigliana. Il prossimo obiettivo non te lo diciamo per ovvi motivi. >>

Qualche aneddoto o curiosità durante il work in progress?
Qwerty: << Nelle strutture cooabitate si incontra una umanità al margine, si scambiano le storie ed inevitabilmente si ci si sente fortunati. Di notte spesso è capitato di guardare negli occhi la volpe ma la situazione più divertente è stata lavorare su una casamatta dell’Enel in un campo al di sotto di una strada mentre, al di sopra, era arrivata e aveva parcheggiato una macchina. E da lì è iniziata, perlomeno dai mugolii e poi dagli urli, una splendida camporella. >>
 
Qualche ringraziamento?
Qwerty: << Si, a colei che ha incoraggiato e rischiato con me, passo passo, un lungo cammino. >>

E' vero! Quando ho contattato QWERTY avevo accennato loro una mini-intervista con un paio di domande ( alla sarda, però! questo lo avevo omesso :) ), e ringrazio entrambi per la disponibilità mostrata fin dall'inizio. Sembrava tutto finito quando:

Qwerty: << Ora che abbiamo risposto alle tue 12 domande, ti possiamo fare una domanda noi??? Se si, in tre parole descrivi il nostro lavoro??? >>.
Beh, diciamo che in realtà ho già risposto ma riepilogando: QWERTY, per me, è un'arte diretta, semplice ed essenziale. E dopo aver avuto il piacere di conoscerli meglio potrei anche aggiungere: controcorrente, libera (dagli schemi) e coraggiosa (per la scelta artistica intrapresa).


RIPRODUZIONE RISERVATA - © Copyright, all rights reserved

Riferimenti /Ringraziamenti

A cura di 
DieMa

Fonte
QWERTY - Facebook

QWERTY - Website
Arte e città a colori

Foto
QWERTY, Marco Giovanni Lo Rocco, Silvia Brutti

Tags

#tr506 #roma #italia #stazionenomentana #gallerianomentana #arteecittaacolori #qwerty

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<< Per ovvie ragioni negli articoli non vengono svelati tutti i dettagli delle opere.
Se in zona sono previste visite guidate "autorizzate" vi consiglio vivamente di prenotarle per una full immersion fra colori, informazioni e curiosità (alcune volte trovate i loro banner in questa pagina).
La maggior parte delle associazioni investono le quote dei biglietti per finanziare e sostenere ulteriori progetti di riqualificazione artistica urbana.
Quindi, approfittatene!

PS: Ovviamente non dimenticatevi di seguire l'artista o chiedere ulteriori dettagli e/o curiosità direttamente a lui! >>
Diego Magrì (gea-staff)
 
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